I mesi di marzo e di aprile sono caratterizzati dalla ripresa vegetativa dell’erba e dal rapido rinvigorimento del prato. In questo periodo però sono frequenti anche delle malattie del prato; una delle più comuni sono il Marciume Rosa Invernale (o Fusarium Invernale).

Facciamo un po’ di chiarezza su queste due malattie.

 

Il prato in autunno e d’inverno si può ammalare di una fastidiosa malattia fungina chiamata Marciume Rosa Invernale, termine tecnico Microdochium Nivale.

Si tratta di una malattia potenzialmente molto dannosa che attacca un po’ tutte le varietà di prati in particolare quelli giovani o riseminati da poco.

Inizialmente la malattia si presenta con delle lanugini cotonose bianche tra le foglie, accompagnate da marciume al centro.

Progredendo appare come macchie circolari, fino a 30 cm di diametro, che hanno un colore biancastro con talvolta un anello rosato sul bordo esterno. Nelle zone colpite si nota sempre un fitto intreccio di filamenti bianchi o rosa e piccole masse di spore bianche o rosa all’interno delle aree infette.

Questa malattia si sviluppa in condizioni di alta umidità, ovvero quando la foglia del prato rimane bagnata per molte ore e fatica ad asciugarsi naturalmente.

Le probabilità di insorgenza di questa malattia aumentano con alti livelli di rugiada, lunghi periodi di ombra, frequenti piogge leggere e nebbie, precipitazioni nevose seguite da rapidi disgeli.

Alcune varietà di tappeto erboso come la poa annua e l’agrostide stolonifera risultano molto sensibili alla malattia, ma anche la festuca aerundinacea ed il loietto possono subire degli attacchi con danni permanenti al tappeto erboso.

 

L’approccio preventivo è naturale e si mette in atto attraverso un inoculo di microrganismi antagonisti e soprattutto inducendo la massima resistenza del prato attraverso fosfiti di potassio e ossidi di silicio.

Dei corretti livelli di potassio nella pianta tendono a contrastare la malattia, quindi eseguire la classica concimazione pre-invernale, aiuta rafforzare il prato contro il Microdochium Nivale.

 

immagine di una malattia del prato

 

Cosa fare, quindi, in caso di attacco di questa malattia? Appena si notano i primi segnali di lanugine bianca, bisogna mettere in atto alcune azioni per ridurne i danni. Vediamo quali:

Per prima cosa stop a tagli e calpestio per evitare di distribuire le spore al resto del prato.

Poi si passa ad una prima azione diretta e indiretta, eseguendo 2/3 trattamenti a distanza di 3 giorni uno dall’altro con fosfito di potassio ad alta concentrazione in dosaggio di 60 grammi di prodotto in 10 litri di acqua per 100 mq di prato. Il consiglio è di trattare tutto il prato, senza camminare possibilmente sopra le zone infette.

Se le temperature sono sopra i 10/15 gradi, per aumentare lo spettro d’azione è possibile aggiungere al fosfito di potassio anche una dose bacillus subtilis.

Se presente rugiada, per 10 giorni, ogni mattina, programmare una leggera irrigazione di 3 minuti per dilavare e ripulire le foglie da possibili patogeni stagnanti. Questa operazione va fatta solo ed esclusivamente se è presente rugiada.

Sempre in caso di stagnazione di umidità e presenza continua di rugiada è consigliato asciugare le zone più colpite ed i focolai con marcescenze o lanuggini bianche, usando soffiatori per foglie. Aumentare il drenaggio delle zone più colpite eseguendo piccole bucature anche con una semplice forca.

Eseguire un primo trattamento con trichoderma a dosaggio raddoppiato in associazione ad agente surfattante, irrigare abbondantemente, ripetere l’operazione dopo 10 giorni. Questo trattamento va eseguito di mattina.